Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire. È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare; l’uno in ascolto dell’altro e tutti in ascolto dello Spirito.
La sinodalità, come dimensione costitutiva della Chiesa, offre la cornice interpretativa per comprendere il ministero gerarchico. Giovanni Crisostomo dice che “Chiesa e sinodo sono sinonimi” perché la Chiesa è camminare insieme sui sentieri della storia incontro a Gesù. Nessuno si può sentire elevato. Anzi. È necessario che qualcuno si abbassi per mettersi al servizio dei fratelli.
Papa Francesco descrive la Chiesa come una piramide rovesciata dove il vertice sta al di sotto della base: per questo coloro che esercitano l’autorità si chiamano ministri, ovvero servi. Il primo step del cammino sinodale si realizza nelle Diocesi, precisamente in ogni parrocchia dalla più popolosa alla più piccola: laici e presbiteri insieme. Nella misura in cui questo percorso rimane connesso con il basso, ossia partendo dalla gente e dai problemi di ogni giorno, può prendere forma una Chiesa sinodale: stanchezza e sfiducia fanno parte del
cammino, ma non ostacolano la convinzione di valorizzare occasioni di ascolto e condivisione.
Lo sguardo si allarga all’umanità. Una Chiesa sinodale è come una bandiera tra le nazioni (Is 11,12), in un mondo che – pur invocando partecipazione, solidarietà e trasparenza – consegna spesso il destino di intere popolazioni nelle avide mani di ristretti gruppi di potere. “Camminare dal basso” apre
profeticamente all’annuncio del Vangelo come missione di tutti. “Chi vuole diventare grande tra voi, sarà
vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà
vostro schiavo” (Mt 20,26-27).