Il libro degli Atti degli Apostoli narra che Paolo dopo l’incontro trasformante con Gesù (At 9) viene
accolto dalla Chiesa grazie alla mediazione di Barnaba e così inizia ad annunciare il Vangelo. La
Parola di Dio è annunciata da una chiesa che accoglie, riceve e si apre alla missione. Incontro con il
Signore, accoglienza e azione evangelizzatrice. Papa Francesco afferma che “la Chiesa è in uscita o
non è Chiesa; o si trova in cammino allargando il suo spazio affinché tutti possano entrare o non è
Chiesa”. Dunque una Chiesa con le porte aperte. Il cammino sinodale consente di rafforzare nel
popolo di Dio il desiderio e la responsabilità della comunione: pastori e laici insieme. La diversità di
opinioni e idee rende ragione della policromia degli attori in campo risolvendo i possibili conflitti con
un dialogo attento e paziente compiuto sul discernimento dello Spirito. La prospettiva sinodale non
cancella gli antagonismi con compromessi sincretisti di buon senso alla stregua di una risicata
maggioranza parlamentare. Il sinodo insegna a camminare insieme, è la riscoperta di non essere una
élite o un club privato di amici ma sentire il gusto di essere popolo di Dio. Lo Spirito santo aiuta a
superare chiusure e tensioni lavorando nei cuori delle persone per giungere all’unità. Il dialogo,
l’ascolto e l’incontro con i fratelli nella fede ed i lontani è il metodo da cercare con forza: in questo
modo le nostre comunità potranno essere feconde come una madre gioiosa per i suoi figli (Sal 113).
La sinodalità desidera esprimere lo stile della Chiesa: camminare insieme. Il movimento e le
dinamiche dell’annuncio sono conseguenza della docilità allo Spirito Santo che è il regista di questa
storia in cui tutti noi siamo i protagonisti.