Lo Spirito di Dio che illumina e vivifica il cammino sinodale è lo stesso Spirito che ha operato nella vita di Gesù ed animato i discepoli nell’annuncio del Vangelo. Tutti i battezzati sono corresponsabili della missione della Chiesa: non è immaginabile uno schema di evangelizzazione portato avanti soltanto da un ristretto numero di persone (élite) rendendo il “resto della gente” semplicemente recettivo alle decisioni. Papa Francesco invita ogni cristiano ad essere attivo nella vita della chiesa (Evangelii Gaudium 120) in un percorso dove pastori e fedeli discernono le nuove strade che il Signore indica alla sua Chiesa. Ogni persona possiede il proprio “fiuto” che richiede di essere ascoltato. La chiesa vuole essere questo popolo di Dio che cammina insieme nella storia fatta di gioie e dolori: un cammino dove il popolo è soggetto di parola, discernimento, dialogo, decisione ed azione. Il modo peggiore per fare sinodo sarebbe quello di prendere il modello delle conferenze pensando ed immaginando che tutto possa essere deciso ed attuato con una relazione finale. Nel 1976 Padre Bartolomeo Sorge sj postulava la necessità di dare vita a strutture permanenti di consultazione tra Vescovi, rappresentanti delle varie componenti della comunità ecclesiale e persone della società civile. I processi di rinnovamento ecclesiale sono un fatto sinodale il cui protagonista è il popolo di Dio: pastori e popolo insieme. Ecco perché il cammino sinodale è l’occasione favorevole per offrire alle nostre parrocchie un luogo di incontro, analisi, dialogo per superare la frattura tra Chiesa istituzionale e chiesa reale. Per questo c’è bisogno di ascolto: prima della voce di Dio e poi ascolto del mondo per essere quella chiesa che non si separa dalla vita