Ascoltare…

Il percorso di comunione richiede che il cammino sinodale si costruisca facendo tesoro dell’ascolto
delle proposte e idee che nascono durante gli incontri. Di quale ascolto c’è bisogno? Molto spesso il
parlare insegue voci, si ferma al gossip del sentito dire, scivola nella violenza verbale di chi grida più
forte senza capacità di argomentazione. Più pericoloso è l’interesse mirato ad ascoltare quanto affine
alle proprie convinzioni, nascondendo dietro intenzioni democratiche, uno spirito di chiusura. “È
chiesa solo ciò che penso io”. Papa Francesco invita a metterci in ascolto della vita personale e
comunitaria per intercettare nuove domande e tendere verso nuovi linguaggi con l’intenzione di
rinnovare l’agire ecclesiale attraverso il discernimento comunitario. Ecco delineato stile, metodo e
contenuto del sinodo: una chiesa in ascolto. Tale cammino esige la necessità di una conversione
pastorale: attenzione al primato delle persone sulle strutture, promozione dell’incontro e confronto
tra generazioni, corresponsabilità e valorizzazione delle realtà esistenti. La sinodalità non è cercare
una maggioranza o accordo sui piani pastorali, ma è stile da incarnare, evento spirituale: nasce dalla
presenza dello Spirito, che non esiste senza la preghiera. Mons. Brambilla ricorda come “la
comunione senza sinodalità sia un cuore senza un volto, e viceversa una sinodalità senza lo Spirito
si riduca a forma retorica di populismo”. Alla luce dello Spirito, siamo disposti a metterci in ascolto
gli uni degli altri senza pregiudizi e precomprensioni? La fede nasce dall’ascolto (Rm 10,17): il
Natale permette di metterci in ascolto della Parola fatta carne, nata dal silenzio di Dio per entrare in
comunione con tutta l’umanità